Agnese Codignola 5 Dicembre 2022 Nutrizione Lascia un commento
La cosiddetta Dieta mediterranea ‘verde’, cioè corretta con l’aggiunta di un concentrato di sali minerali, antiossidanti e fibre assunti tramite un frullato e del tè verde, è molto efficace nel ridurre il grasso più pericoloso, quello viscerale: più di quella classica e più di una generica dieta sana ed equilibrata finalizzata alla perdita di peso, ma non di stampo ‘mediterraneo’. Lo confermano i risultati di uno studio chiamato Direct-Plus (da Dietary Intervention Randomized Controlled Trial PoLyphenols UnproceSsed, ne avevamo già parlato qui), evoluzione di altri studi portati avanti dallo stesso gruppo di ricercatori israeliani, italiani, tedeschi e americani (chiamati Direct, Cascade e Central).
Come riferito su BMC Medicine, circa 300 partecipanti, con un’età media di 51 anni e obesità addominale, sono stati invitati a seguire una delle tre diete per 18 mesi, svolgendo anche un po’ di attività fisica. Le due declinazioni della dieta mediterranea prevedevano entrambe l’aggiunta di 28 grammi al giorno di noci (pari a circa 440 milligrammi di polifenoli) ma la versione green anche l’assunzione 3-4 tazze di tè verde e quella di un frullato ottenuto con cubetti congelati di 100 grammi di lenticchia di mare (Wolffia globosa), che fornivano altri 800 milligrammi di polifenoli ogni giorno e consentivano di ridurre il consumo medio di carne (sostituita appunto dai cubetti, molto ricchi di proteine, oltre che di polifenoli, ferro, vitamina B12 e sali minerali altamente biodisponibili).
Il risultato è stato a favore della dieta mediterranea ‘verde’, perché a fronte di un vantaggio sulla perdita di peso di piccola entità (del 3,9%, contro il 2,7% ottenuto con la dieta mediterranea semplice), chi ha seguito questo regime alimentare ha perso una percentuale di grasso viscerale doppia, del 14,1%, contro il 6,0% della dieta mediterranea normale e il 4,2% di quella di controllo. Anche dal punto di vista della misura della circonferenza della vita, la dieta green ha permesso di perdere l’1% in più (-5,7 contro -4,7%) rispetto alla dieta senza lenticchia di mare.
Come ha ricordato la coordinatrice dello studio Iris Shai, dell’Università Ben-Gurion del Negev, la perdita di peso, di per sé, è importante, ma non tanto quanto la riduzione del grasso viscerale, noto fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Un calo del 14%, anche se può sembrare modesto, non lo è, e oltretutto si può ottenere con un gesto semplice come l’assunzione di un frullato quotidiano, che sostituisce in parte la carne, in quanto ottimale a livello nutrizionale, con vantaggi anche dal punto di vista ambientale. La qualità degli alimenti – conclude Shai – non è meno importante del conteggio calorico, e una dieta come la Green Med contribuisce a far acquisire abitudini che in genere vengono poi mantenute anche dopo la fine del periodo controllato.
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